Il rischio di sottovalutare

piangevo

Tendiamo troppo spesso a sottovalutare il fenomeno del bullismo, a considerarlo un’esperienza “normale”, che non merita attenzione perché in fondo “si tratta solo di uno scherzo”, di qualcosa che è sempre esistito.

Alcuni arrivano a pensare che il bullismo possa addirittura far bene perché fortificherebbe il carattere e preparerebbe alle inevitabili sofferenze della vita.
Purtroppo gli studi ci dicono che in realtà i bambini e gli adolescenti che sono coinvolti nel fenomeno ne soffrono intensamente e questa sofferenza lascia in loro cicatrici emotive profonde in grado di influenzare le scelte di vita future.
Chi subisce ripetutamente prepotenze dai compagni vive in un costante stato di ansia, paura e tristezza. A volte prova rabbia verso se stesso perché vorrebbe reagire ma non ci riesce. Spesso perde la fiducia in se stesso e finisce per convincersi di meritare tutte le cattiverie di cui è vittima.

In alcuni casi si innesca un circolo vizioso che coinvolge anche il rendimento scolastico: la vittima di bullismo o cyberbullismo inizia a andare male a scuola perché incapace di concentrarsi di reagire alla situazione.
Questa sofferenza e mancanza di autostima a lungo andare potrebbero portare a disturbi psicologici più gravi che accompagnano la vittima fino all’età adulta.

E il bullo? Se non viene aiutato a comprendere che il suo comportamento è sbagliato e che nasce da un bisogno malsano di prevaricazione, il bullo potrebbe abituarsi all’idea che l’aggressività sia un modo buono e efficace di relazionarsi agli altri.

Così facendo potrebbe trasferire questo comportamento a tutte le sue future relazioni, con il rischio di diventare sempre più violento.